"Chiunque altro si sarebbe scoraggiato in condizioni simili, ma Rudy aveva un’esperienza vecchia di secoli che gli aveva insegnato come le forze superiori fossero piene di risorse e sorprese.

“Il karma prenderà la sua via.” sussurrò.

Gli parve di riuscire a respirare un po’ meglio, e guardò Anvil riaprire gli occhi blu. I due si guardarono in silenzio per un po’, con le proprie energie che si cercavano e che ancora una volta, trovavano contatto.

“Aiutami ad alzarmi. Continuiamo.” Esternò poi Anvil, in tono sfibrato.

Il ragazzo provò un moto di affetto profondo verso di lei, e le passò le braccia attorno per aiutarla a sollevarsi.

Le si accostò all’orecchio durante quell’operazione, sussurrandole:

“Tu mi rendi fiero.”

Banjouk fu a meno di un metro da loro ed Anvil non si mosse.

Sarebbe morta lottando.

Non avrebbe lasciato l’amico e l’uomo che amava a quella bestia senza combattere.

“Fatti sotto, non ho paura di te!”

Anvil fu pronta a morire, proprio lì, in quel momento, stringendo forte lo scettro in mezzo a quell’immenso campo di papaveri blu.

Arith in vita.

Arith in morte.

Arith nella sorte."

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Voci Extra:

• Kitsune in Isabella
• Gianluca Cardinali (de "I ridoppiAttori") in Sirio

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"“Mi hai portato via tutto quello che mi era rimasto di buono! È colpa tua, cazzo!”

La mano serrata di Sarita si fermò a mezzo centimetro dal naso di Rudy, bloccata da qualcosa.

Anvil le torse il braccio, facendola strillare dal dolore.

“Con tutto il bene che ti voglio, Sarita, se provi anche solo a torcergli un capello ti spezzo il braccio. Sul buon nome di Nazar, giuro che lo faccio.” Le bisbigliò duramente, dritto nel timpano, in un tono da dare i brividi.

Lei digrignò i denti, fremendo.

“Non voglio vedervi mai più. Nessuno di voi.” Sarita rialzò il capo e fulminò entrambi con uno sguardo glaciale, infuriato e imbrattato del trucco che le era colato via dagli occhi.

Dopodiché li abbandonò lì sul posto e corse via, affondando gli anfibi nel fango.

Rudy sollevò uno sguardo spento su Anvil, vedendola tremare e piangere, con il braccio accostato agli occhi.

Si conficcò le unghie nei palmi e, per la prima volta in secoli, detestò con ogni molecola la propria esistenza ed il proprio destino.

Si accorse di essere stufo.

Era stanco di essere un Trasmutante.

Stanco.

Dannatamente stanco.

Si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò stretta, prendendo un respiro che gli graffiò la gola.

“Anvil, smettila di darti colpe che non hai.” Disse Rudy, in tono estremamente serio. “Quando luce e ombra entrano in guerra, la morte è inevitabile. Ma non è nostra la colpa. Oh no, non di noi soldati di luce che ci battiamo per debellare tutto questo. Coraggio, ragazza mia. Andiamo avanti. Manca un solo simulacro da distruggere, e poi il Guardiano sarà libero.”

Lei annuì, strofinandosi nuovamente il volto con l'avambraccio.

Rudy la prese per mano e si incamminò nel boschetto, dove le ultime tre catene dorate confluivano disperdendosi tra gli alberi, senza mai voltarsi indietro."

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Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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"Il volto di Anvil venne alterato dalla paura, e scoprì nel proprio animo un moto primitivo di terrore puro.

In quel momento non si sentì un’Arith Roboante, ma la ragazzina che tremava sotto le coperte del suo vecchio letto a castello, nel buio, sentendo gli spiriti che graffiavano il legno e scuotevano violentemente le sbarre del parapetto.

“Anvil, ti sento, calmati.”

La voce di Rudy le affiorò nella mente, facendola sobbalzare.

Lo guardò, ma lui teneva ancora gli occhi fissi sotto di sé, proseguendo con la formula. Il laghetto aveva cominciato a ribollire.

“Non posso interrompere il rituale, perciò dovrai occupartene tu. So cosa sta accadendo, ma se mi fermo per aiutarti poi dovrò ricominciare da capo, e non abbiamo tutto questo tempo.”

Lei strinse il pugnale, deglutendo.

“Non puoi lasciargli valicare la protezione, prima che abbiamo finito quello che siamo venuti a fare.”

L’Arith si impose la calma e allungò il braccio.

Richiamò lo scettro nella mano libera, sentendo il corpo fremere.

Il dorso del bastone si illuminò di rune, vibrando sommessamente.

Qualcosa voleva venire fuori, dritto da dentro il suo spirito.

Lo avvertì d’improvviso e chiaramente.

Aveva… fame.

Rudy infossò la fronte, studiando la ragazza.

“… Sei pronta?”

“Facciamolo, cazzo.”"

Giovanni infilò un drum tra le labbra, gettandosi un’occhiata attorno.

La barriera reggeva, le persone erano incantate e miti, tutto stava andando per il meglio ed i mostri si erano allontanati.

Eppure, era lì.

Era lì che Giovanni sarebbe morto."

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Voci Extra:

Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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"“Nazar! Hai attraversato le linee radiali per incontrare la tua disfatta? L’eternità ti è infine giunta a noia, fratello?”

“Fratello?” rispose il Crusian, a metà fra il disgustato ed il sorpreso. “Io non ho più un fratello, come già ti dissi, ed oggi deporrò l’ultimo fiore di Ravi sulla tomba che si è scavato da sé tanto tempo fa. Il tempo delle chiacchiere è finito, mostro!”

Era incredulo davanti a quella vista.

Non riusciva a capacitarsi che quel maledetto si fosse spinto a tanto.

Nel suo cuore, la giusta furia sostituì definitivamente il legame che una volta li univa.

Ogni rimanenza dell’amore che provava verso Banjouk si estinse.

… Finalmente.

Digrignò i denti, mentre nella sua mente si affollavano le immagini delle atrocità commesse dal suo nemico.

Non sarebbero rimaste impunite.

La bestia palancò le fauci mostruose, rivelando una selva di zanne acuminate come stalattiti e stalagmiti, candide e stillanti saliva.

Neri tentacoli fumosi avvincevano Nazar al suolo da tutte le direzioni, impedendogli i movimenti. Banjouk lanciò un urlo belluino e si piegò verso il basso per azzannarlo e farne un sol boccone.

Il Crusian sorrise amaramente, consapevole di aver fatto tutto il possibile.

Se ne sarebbe andato senza rimpianti, se non forse uno.

“Perdonami, Anvil.” "

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Jacopo della Monaca in Banjouk

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Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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"“Per amor di Yeneden, Anvil, distruggile!”

La ragazza urlò, spiccò un salto librando lo Scramasax in aria ed abbattendolo sulle catene.

Il pugnale le fuse come burro.

Miriadi di fuochi fatui esplosero nel cielo, danzando ed emettendo versi di sollievo simili a canti celesti.

Un coro fittissimo di “Grazie” pervase l’atmosfera, prima che le anime risalissero in stormo fino alla schermatura, che stava lampeggiando.

Nazar si avvicinò ai due, guardandoli con serietà.

“Siamo costretti a separarci per un po’.”

Comunicò loro, tradendo una nota vibrante nella voce.

Anvil lo scrutò, mentre Rudy aggrottava la fronte.

“Che cazzo dici, Nazar?!” Sbottò la ragazza.

“Mi addolora e non sono affatto entusiasta né tranquillo nel dovermi allontanare, ma non posso permettere a Banjouk di arrivare a voi. Liberare Ílios è prioritario, tenterò di guadagnare del tempo…” Un sorriso ricolmo di amore sbocciò sul volto d’alabastro dell’uomo. Allentò i pugni. “... inoltre… non gli permetterò mai di farvi del male.”

“Non importa” intervenne Rudy “possiamo gestirlo.”

Nazar entrò a gamba tesa nel dibattito e sollevò il volto di Anvil, alzandole il mento con due dita in un gesto gentile.

I loro occhi blu si incontrarono, ed era così disorientate che ogni singola volta in cui lo facevano fosse esattamente come la prima.

“Credo in te, bambina mia.” Nazar le sorrise. “Sei forte, e ce la farai.”

“Non azzardarti a farti ammazzare.”

“Te l’ho già detto, Anvil. Io tornerò sempre da te.”"

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Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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"Nazar percepì le loro mani vibrare e tramite quel tocco, la voce del Lampròs giunse alla sua mente.

“Luce e Pace, Nazar di Ravi.”

Il Crusian chinò appena il busto, rispondendo con il pensiero.

“Pace e Luce a voi, sacro Ílios.”

“Te ne prego, dammi del tu. Dobbiamo essere uniti, in questa belligeranza tra luce e ombra.”

Il cuore di Nazar ebbe un sussulto,intuendo subito cosa volesse intendere il Lampròs. Deglutì.

“Mi parli davvero di guerra...?”

“Di guerra ti parlo, mio caro.”

Fino a che punto si stava spingendo, Banjouk…?

Non appena i ricordi di Nazar incominciarono a fluire nell’energia di Rudy, il volto del ragazzo si fece via via più livido.

“... Così è, alla fine.”

Le labbra del Crusian si incurvarono verso il basso.

“Così è.”

“... Pensi di dirglielo?”

“No. Non ancora, almeno."

Non appena gli fu abbastanza distante, il Crusian si lasciò finalmente fluire in corpo il potente brivido che aveva trattenuto fino a quel momento.

Molti frammenti che nascondevano il vero volto di Rudy si riproposero a Nazar, rammentandogli tutti i secoli trascorsi al fianco di quel prezioso ragazzo.

Quel ragazzo che, a quanto pare, amava come un figlio… o come avrebbe dovuto essere, amare un figlio proprio.

Non gli fu difficile immaginare perché stesse provando tutto ciò, né comprendere cosa fosse quel senso di addio che stava provando nei confronti dell’amico.

Per un momento la sua coscienza gli urlò forte che non era solo un’impressione o una paranoia, ma sì, aveva ragione, tutto quanto stava sentendo corrispondeva a verità.

Riuscì a rinchiudersi tutto nel cuore un attimo prima che Rudy potesse sentirlo, e potesse accorgersi e… capire.

Un attimo prima che il suo sguardo grigio blu disarmante si incrociasse con i suoi occhi... avrebbe potuto facilmente scoperchiare i sentimenti che il Crus stava celando, rischiando di farlo cedere.

Non cedette.

Si avvicinò ai ragazzi e riuscì perfino a stabilizzarsi attorno l’aura, dipingendosi in volto un sorriso."

Effetti sonori:

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Chitarre acustiche:

-Acoustic Guitar Type Beat "Moments With You"

(GAXILLIC)

https://www.youtube.com/watch?v=xnbNeFs3bo0

-Acoustic Guitar Type Beat "Come With You"

(GAXILLIC)

https://www.youtube.com/watch?v=eRmpTHeeXfc

- Acoustic Guitar Type Beat "Time Is Gone"

(GAXILLIC)

https://www.youtube.com/watch?v=2B6EWUDslAM

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Voci Extra:

Silvia Moriga (mia madre) in ìlios

"Quella presenza era come una calamita, un vero e proprio pifferaio magico di uomini. Giovanni attaccò col basso elettrico, un raggio di sole trapassò la coltre degli alberi lungo il viale e sferzò l’adesivo con scritto “Awaken”, bianco da ferire gli occhi in contrasto con il nero metallizzato dello strumento.

Era curioso, si disse l’uomo ripiegandosi sul basso, di come una mente spaventata ed i suoi tarli potesse scherzare con i sentimenti…

… eppure, prima di giungere lì, una frase ben precisa gli si era dibattuta in testa come un tifone implacabile, cacciandogli il cuore in gola.

Ed era stata:

Scegli bene le canzoni che canterai, Giovanni.

Saranno preziose, e saranno le ultime.

La luce illuminò la gola di Anvil ed il nucleo attorno all’apice dello scettro brillò.

Il bastone le vibrò tra le mani e sette rune si svelarono una ad una lungo il dorso dorato dell’arma, imprimendosi sul legno.

L’Arith lo trapassò con quello sguardo ardente ed impose, in un tono mai palesato prima che scosse profondamente il Crusian:

“Alla luce, io ti ordino!”

Un’ondata di energia sfavillò dallo scettro, confluendo in una spirale.

Anvil lo sollevò e lo sbatté sul terreno in un gesto risoluto,generando una sequela di cerchi concentrici che si distaccarono dal cerchio magico e corsero verso la creatura.

Ascar si appese con entrambe le mani all’arma e ciondolò paurosamente nel nulla, mentre lo skateboard ricadeva verso il basso in un ultimo luccichio.

Finalmente, il Nodo cremisi si accese nella sua mano vorticando freneticamente su sé stesso, simile ad un piccolo pianeta impazzito.

Nello stesso momento, la schermatura cedette e la lancia non ebbe più un appiglio.

Ascar precipitò nel vuoto, mentre l’arma si dissolveva.

“Merda!”

Le ombre gli si riversarono addosso, finalmente libere di passare, e per un momento la sagoma del ragazzo fu ricoperta dalla cappa di mostri urlanti."

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"Nel pieno di quel limbo c’erano intrappolate delle anime Arith. Innumerevoli anime. Non ne ho mai percepite tante tutte assieme nello stesso luogo. ” Ascar sollevò uno sguardo tombale su Anvil e lo spostò in direzione dei ragazzi alla finestra. “Chiunque sia l’autore di quello scempio, ha cercato e perseguitato delle persone innocenti e quasi sicuramente inconsapevoli della propria vera natura, le ha uccise e ne ha intrappolato le anime, una per una. Sono intrappolati da qualche parte e stanno soffrendo orribilmente… e questo soltanto per un capriccio.”

“Per un piano premeditato.” Lo corresse Anvil.

Il ragazzo annuì, passandosi una mano sul volto.

Il Crusian guardò Ascar.

Il ragazzo aveva gli occhi lucidi e scrutava il parquet, sembrando parecchio sconvolto.

Probabilmente mettere piede in quella tenebra e percepire le sofferenze di quelle povere anime, lo aveva nuovamente messo di fronte ai suoi scheletri nell’armadio, oltre che sconvolgerlo per quei poveri spiriti…

… e, chissà.

Forse, anche di fronte a scheletri ben più antichi.

“Mi spiace, ma devo rovinare questo momento tanto enfatico. Io non ho ancora capito cosa cazzo ci faccio qui.” Intervenne nuovamente Giovanni, al limite della pazienza.

Ascar sorrise.

“Caro il mio Giovanni. Tu e Sarita, se l’intuito non mi inganna, sarete il nostro asso nella manica.”"

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Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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Gianluca Ricotta ("Solo un sentore") in Markus

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